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Filippo Tommaso Marinetti

Marinetti nasce nel 1876 ad Alessandria d’Egitto, finiti gli studi secondari si trasferisce a Parigi e da qui entra in contatto con i primi ambienti dell’avanguardia francese post-simbolista, gli stessi che influenzeranno le sue prime prove poetiche. Agli inizi del ‘900 rientra in Italia dove fonda, a Milano nel 1905, la rivista <<La Poesia>> che si impegnerà per la diffusione del verso libero. Nel 20 Febbraio 1909 pubblica in Francia, nella rivista <<Le Figaro>>, il “Manifesto del Futurismo” e da qui la nascita del Futurismo Italiano, movimento a cui Marinetti dedica tutte le sue energie, da qui prenderà l’appellativo <<caffeina d’Europa>>.

Marinetti


Nel 1910 pubblica il romanzo “Mafarka il futurista”, scritto in origine in francese. Essendo favorevole alla guerra in Libia assiste come cronista alla battaglia di Adrianopoli e ne esalta la violenza della guerra in prose giornalistiche intitolate “La battaglia di Tripoli”(1912) e nel poemetto “Zang Tumb Tumb” del 1914. Successivamente ad un viaggio in Russia Marinetti appoggia con decisione l’intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale, tanto che parte come volontario per il fronte. Nel dopoguerra aderisce al movimento fascista e, una volta diventato intimo amico con Mussolini, nel 1929 viene nominato accademico d’Italia.
Nei suoi scritti degli ultimi anni sostiene in pieno il fascismo e si avvicina anche al Surrealismo. Muore nel 1944 a Bellagio sul lago di Como.
Nella poetica Marinetti, fondatore e principale animatore del movimento futurista, applica nelle sue opere i principi espressi nei numerosi <<manifesti>> teorici del movimento, sebbene con coerenza e originalità non trovò mai grandi esiti artistici. Dal punto di vista dei contenuti i testi esaltano, appunto, i principi del futurismo come la modernità, il dinamismo e l’ambigua “bellezza” della guerra come occasione di sfogo di un esasperato vitalismo.
Esempio lampante è “Zang Tumb Tumb” dove celebra le fasi culminanti del conflitto bulgaro-turco, questa raccolta ha la forma di un poemetto in prosa <<parolalibera>>, tipo di espressione dei letterati del futurismo dove la disposizione dei termini nell’impaginazione risponde al desiderio di trasmettere sensazioni visive e acustiche. Oltre a questo in opere come “Bombardamento di Adrianopoli” è assente la punteggiatura ed è presente una fitta rete di analogie altre caratteristiche degli scrittori di questo periodo.